L’occhio umano e la fotocamera non sono poi così diversi, hanno davvero tanto in comune.
Le componenti anatomiche del nostro occhio posso essere semplicemente “tradotte” nei componenti della nostra reflex. Per quanto la tecnologia ci provi, nulla ancora potrà essere più nitido di un occhio umano, con tecniche avanzate possiamo solo “tentare di avvicinarci” all’accuratissima nitidezza dei nostri occhi.
Pensate che la nostra retina, corrisponde al sensore fotografico, il nostro bulbo oculare è come se fosse il nostro obiettivo del resto entrambi si occupano del focus, di mettere a fuoco, l’iride regola la quantità di luce un po’ come quando agiamo sul diaframma. L’unica sostanziale differenza riguarda il bilanciamento del colore e del bianco, questo nell’occhio umano è soggettivo e non oggettivo.Ognuno di noi ha una percezione della luminosità (alcuni individui vedono di più al
Buio di altri). Bene sappiate ,che per chi vede di più al buio, in linguaggio fotografico corrisponde ad avere più ISO (cioè più sensibilità alla luce)
Noi fotografi ragioniamo in stop di luce, che è semplicemente l’intervallo di un aumento o una diminuzione di luce che raggiunge il sensore. La gamma dinamica non è altro che l’insieme di tutti i toni chiari i toni scuri i medi gli alti, ombre luci, toni caldi, toni freddi. Pensate l’occhio umano ha una capacità visiva di circa 30 stop di gamma dinamica, le reflex più performanti sul mercato arrivano massimo a 15 stop. Agire sulla gamma dinamic a
Di un fotogramma in fase di scatto e in fase di post produzione ci permetterà di raggiungere livelli di nitidezza avanzata davvero sorprendenti. Ma ci vuole metodo…

Come un elastico
Provate a pensare all’ultimo meraviglioso tramonto a cui avete assistito la luce e i toni caldi, i meravigliosi riflessi colorati delle nuvole. Sono certo che abbiate provato a scattare una fotografia ma il risultato ottenuto non è esattamente quello che avevate dinanzi ai vostri occhi.
Perchè? Davvero semplice: nello spettro visibile, il vostro occhio vede molto meglio della vostra macchina fotografica.
La Gamma Dinamica definisce la differenza tra il minimo e massimo valore di luminosità che un supporto riesce a registrare. In sostanza quindi la Gamma Dinamica indica proprio come un elastico la capacità della vostra macchina fotografica (e del vostro occhio) di vedere dettagli contemporaneamente in aree molto chiare e aree molto scure della scena. Uno scenario con luci molto intense, luci di intensità media e luci deboli è registrabile solo sfruttando ogni singola esposizione attraverso la tecnica di multi-esposizione. La tecnologia, nel corso degli anni, ha permesso di fare passi da gigante ma una macchina fotografica è ancora lontanissima dall’imitare alla perfezione un occhio, sotto tutti gli aspetti. Basti pensare per esempio che il binomio occhio/cervello è in grado, senza farcene accorgere, di correggere il problema del punto cieco dei nostri occhi: un qualcosa che ancora non si riesce a replicare artificialmente.